Perché
l'ho comprata.
La
Panda l'ho acquistata nel settembre 2004, essenzialmente perché
mi piaceva molto sia esternamente che internamente e poi anche perché
ero alla ricerca di un piccolo diesel di moderna concezione, dai consumi davvero bassi,
ma allo stesso tempo capace di regalare una gran buona dose di brio sia
nella marcia cittadina che (soprattutto) in quella sui percorsi
extraurbani. In concessionaria ero andato con l'intenzione di
ordinare una 1.3 Multijet 16v in allestimento Dynamic, che era
l'allestimento medio-alto della gamma Panda, a metà strada tra le
più povere Active e Actual e la più ricca Emotion. Ma poi, visti
i
piuttosto lunghi tempi di attesa per la consegna, mi venne
proposta una 1.3 Multijet 16v nell'allestimento più ricco, che era in
pronta consegna e quindi era immediatamente disponibile. E' stato
così che ho fatto la conoscenza della mia piccola Panda 1.3 Multijet 16v
Emotion, colore Blu Cocktail. Sin da subito, è stata chiamata a macinare chilometri
in giro per tutta Italia, sino ad arrivare agli attuali 220.000 km percorsi nei suoi primi 5 anni di
vita, per un buon 80% su autostrade e strade statali.
Dall'inizio del 2010, la mia
Panda si riposa in garage, visto che il suo gravoso lavoro viene svolto oggi da un'altra auto.
Prima o poi, però, la richiamerò sicuramente in servizio per qualche
altro viaggio (anche all'estero e, questa volta, solo per
turismo).
Gli
interni.
Ciò
che, ieri come oggi, per prima cosa mi affascina ogni volta che mi
metto alla guida di questa auto è la personalissima conformazione
della consolle centrale: la bella autoradio piazzata in alto e ben
in vista, le bocchette della climatizzazione rotonde e
praticissime, i comandi digitali del clima ben studiati e assai
gradevoli anche alla vista, la leva del cambio corta come un
joystik ed esteticamente ben integrata con tutto il resto... Sono
tutti elementi capaci di donare alla plancia uno stile di tipo
aeronautico che, grazie alla efficace illuminazione di strumenti e
comandi, diventa ancora più piacevole agli occhi durante la guida
notturna. Tra l'altro, si tratta di una conformazione che unisce
l'utile al dilettevole, perché è sì bella da guardare, ma è
anche estremamente pratica da usare: tutti i comandi che cerchi,
li trovi sempre lì dove ti aspetti di trovarli e con una logica
di funzionamento massimamente intuitiva. Sulla
plancia e sui pannelli porta non
sono presenti trattamenti soft-touch, ma tutto sommato non è un peccato mortale su una "segmento A".
Comunque sia, gli interni si sono sempre dimostrati all'altezza
della situazione: gradevoli al tatto, molto robusti e ben
assemblati. Nonostante i 220.000 km percorsi, essi non mostrano alcun
segno di usura, sia all'occhio che all'orecchio: tutte le superfici sono
ancora assolutamente pari al nuovo e tutti gli interni sono completamente privi
di vibrazioni e cigolii. La sola piccola vibrazione (ma è davvero molto
leggera) proviene dalla ghiera che comanda l'accensione delle
luci, collocata sul braccio sinistro del devioluci: la si percepisce solo in
posizione di luci spente. L'unico appunto che senza dubbio si può
fare è alla tappezzeria: sempre gradevolissima nei colori e al
tatto e perfettamente resistente all'usura, ha però l'unico difetto di macchiarsi molto facilmente, anche al
semplice contatto con l'acqua. Di fatto, è quasi impossibile
mantenere la selleria senza alcun alone e tocca spesso smacchiarla
con prodotti specifici per questo tipo di pulizia: operazione,
comunque, piuttosto semplice e di provata efficacia. Al di là di
questo, va tutto benissimo: volante, plancia, pomello del
cambio, pannelli porta, moquette e la stessa tappezzeria sono
assolutamente integri e del tutto privi di abrasioni o consunzioni
che possano farli apparire vissuti. Nel corso degli anni e dei chilometri, poi,
ho avuto modo di provare sulla mia pelle la buona dose di
versatilità degli interni di questa piccola auto. Compatibilmente
con i suoi 158 cm di larghezza, devo dire che non ho mai viaggiato
scomodo. Ovviamente, non è certo una grossa monovolume. Tuttavia, pur
essendo io alto 1 metro e 90 cm, ho sempre trovato una posizione di
guida corretta e comoda, e anche la larghezza e la profilatura dei
sedili (di cui quello guida regolabile in altezza) ha sempre
soddisfatto in pieno me e i miei passeggeri. Insomma, nulla da
rimproverare in termini di comodità
e nessun appunto neanche in termini di praticità d'uso: la forma regolarissima di pianale e scocca
rendono la piccola Panda un'auto incredibilmente sfruttabile e vivibile,
sicuramente molto
più di quanto le sue dimensioni esterne potrebbero far immaginare.
All'epoca del suo arrivo sul mercato, la Fiat sottolineava questa
sua qualità mostrando, in un simpatico spot, la possibilità di
caricare anche una lavatrice: ebbene, mai uno spot fu più
azzeccato! Abbattendo lo schienale del divanetto posteriore, è
possibile stivare in auto davvero di tutto (lavatrice compresa):
il profilo alto e squadrato della bocca di carico e la forma
regolare del bagagliaio e dell'abitacolo non smettono mai di
stupire e molto presto ci accorge di come questa Panda consenta di
caricare anche oggetti il cui trasporto risulta impossibile pure
con auto di dimensioni notevolmente più importanti. Naturalmente,
viaggiando con a bordo quattro o cinque persone, lo spazio a
disposizione per trasportare bagagli si ridimensiona; tuttavia, il
bagagliaio (dotato di portellone con apertura elettrica integrata
nel maniglione esterno) mantiene intatte le sue qualità di
regolarità e sfruttabilità, dimostrandosi pur sempre in grado di
soddisfare al meglio le normali esigenze del vivere quotidiano. Ma
la versatilità di impiego non si manifesta solo al momento di
trasportare merci e bagagli: essa è proprio marcata a fuoco nel
DNA della Panda e la si apprezza pressoché di continuo, nella
vita di tutti i giorni, anche grazie alla distribuzione
intelligente dei vani portaoggetti, alla profondità e regolarità
del cassetto alloggiato dinanzi al passeggero, al capiente e utile
vano segreto a cui si accede ribaltando il piano di seduta del
passeggero anteriore, alla estrema praticità del meccanismo di
blocco/sblocco dello schienale del divanetto posteriore, al
notevole angolo di apertura di tutte e cinque le porte e
all'altezza da terra che consentono di salire e scendere sempre
con grande comodità (fatto
tutt'altro che scontato su auto di queste dimensioni). Molto efficiente
anche l'impianto di climatizzazione: è di tipo automatico (e
dunque gestisce autonomamente la temperatura, la direzione e
l'intensità dei flussi d'aria) ed è caratterizzato da
un'eccellente portata che si è sempre dimostrata più che adeguata al volume
dell'abitacolo. Insomma, anche nelle giornate più torride, è
sempre in grado di raggiungere rapidamente e mantenere
stabile la temperatura impostata. Bella da vedere e anche molto
funzionale è l'autoradio Blaupunkt con lettore CD, integrata nella consolle e
molto generosa sia in termini di qualità del suono (immesso
nell'abitacolo da quattro woofer e da due tweeter) sia in termini
di funzioni settàbili, tra cui anche l'adattamento automatico del
volume al rumore ambientale e la possibilità di scegliere tra
l'automatico spegnimento dell'autoradio al momento dello
spegnimento del motore e l'automatico spegnimento dopo che - in
assenza di operazioni compiute sull'autoradio stessa - siano
trascorsi 20 minuti dallo spegnimento del motore. Da parte sua, il
cruscotto degli strumenti replica (all'interno del display del
trip computer) le informazioni relative alla traccia riprodotta o
alla stazione su cui si è sintonizzati. E, parlando del cruscotto
degli strumenti, non si può che apprezzarlo: grafica di chiarezza
eccellente, luminosità regolabile su una scala molto ampia,
completezza quanto a informazioni fornite. Oltre a tachimetro,
contagiri, indicatore del livello del carburante e indicatore
della temperatura del fluido di raffreddamento, è corredato da
una batteria di spie molto completa e da un trip computer di buon
livello, consultabile e azzerabile attraverso un comodo pulsante
posto sull'estremità del braccio destro del devioluci.
Nell'allestimento Emotion, il trip computer può monitorare
contemporaneamente i dati di due differenti itinerari (azzerabili
anche separatamente), può essere ampiamente regolato in termini
di sistemi di calcolo e unità di misura impiegati e può dare la
segnalazione grafica e sonora (con volume regolabile su sette
differenti livelli) di una serie di allarmi piuttosto articolata,
tra i quali ricordo il superamento di un limite di velocità
pre-impostato dal guidatore, l'inizio della riserva di carburante
e il successivo raggiungimento della soglia critica di autonomia
limitata, l'apertura e l'errata chiusura di una delle cinque porte
o del coperchio del vano motore, l'azionamento del freno a mano,
il raggiungimento di una scadenza (chilometrica e/o temporale) del
piano di manutenzione programmata, l'intervento di un qualunque
fattore critico durante la marcia (pericolo di ghiaccio
sull'asfalto, temperatura alta del motore, pressione bassa
dell'olio, avaria ad una o più luci esterne, malfunzionamento dei
freni, disattivazione o avarie degli airbag, ecc.). Oltre a ciò,
fornisce naturalmente anche dati semplici come data, ora e
temperatura esterna e gestisce il funzionamento del sistema Follow
Me Home (letteralmente: seguimi fino a casa) che consente di
programmare a piacere il momento dello spegnimento automatico
degli anabbaglianti dopo il parcheggio dell'auto (funzione
utilissima quando si parcheggia in luoghi molto bui). In
definitiva, questa Panda è una piccola auto complessivamente ben
equipaggiata e capace di non stancare i suoi passeggeri neanche
dopo un trasferimento autostradale assai lungo.
Alla
guida.
Trattandosi
di una Emotion, la mia Panda è stata equipaggiata sin dall'origine
con pneumatici 165/65 montati su cerchi da 5,5Jx14". Successivamente, ho
sostituito i cerchi in lega originali con altri cerchi sempre da
14" (che è il massimo diametro omologato: i cerchi da
15" erano prerogativa esclusiva della Panda 100Hp e della
Panda Cross!) ma caratterizzati da un canale leggermente più largo: 6J
anziché 5,5J. Non si tratta, ovviamente, di un'auto concepita per
strappare tempi record su questo o quel circuito: la sua dote
principale resta sempre la versatilità d'impiego. Perfettamente a
suo agio in città, consente di viaggiare benissimo anche sulle lunghe
distanze: mi rendo conto che la comodità è sempre un concetto
soggettivo, ma mentirei a me stesso se dicessi che in 220.000
km ho sofferto anche una sola volta. Al contrario, anche dopo le
molto frequenti trasferte di 1200-1300 km che io e la macchina
abbiamo fatto, io (e, devo dire, anche lei!) sono sempre arrivato a
destinazione senza troppa stanchezza in corpo. Il piccolo Multijet
(che, nella mia versione Euro4 priva di filtro antiparticolato, eroga
69 cv a 4000 giri/min e 180 Nm di coppia massima a 1750 giri/min,
con pressione di iniezione modulabile da 150 a 1400 bar) fa davvero
un ottimo lavoro. Si tratta della primissima versione di 1.3
Multijet: è un piccolo quattro cilindri da 1248 cc - interamente
in alluminio, dotato di distribuzione a catena, con doppio albero
a cammes in testa, 16 valvole e punterie idrauliche - che
appartiene alla classe dei turbodiesel common rail, con iniezione
diretta senza precamera e sovralimentazione tramite
turbocompressore con waste-gate e scambiatore di calore aria-aria
(intercooler). In questa versione, l'impianto di iniezione (un
Magneti Marelli MJD 6JF Common Rail) è caratterizzato dalla
capacità di gestire (a seconda del regime di rotazione e del
carico motore) iniezioni multiple fino ad un massimo di tre. Ieri
come oggi, un motore davvero eccellente sotto tutti i punti di
vista: efficienza, prestazioni, consumi, regolarità di
funzionamento, affidabilità. A voler cercare il pelo nell'uovo, si può dire
che meriterebbe di essere solo insonorizzato un po' meglio:
finché ci si mantiene entro i 140 km/h tachimetrici (cioè 130
km/h reali), i decibel restano più che accettabili; oltre tale
soglia (se proprio si tiene a violare il codice delle strada, la
macchina in pianura allunga senza problemi sino ai 169-170 km/h
reali, rilevati col GPS), il motore fa sentire con relativa forza la sua
voce, facendosi anche accompagnare da una certa dose di rumori
aerodinamici. Comunque, assolutamente nulla di insopportabile. Una certa "rombosità" la si avverte, poi,
anche a freddo e nelle accelerazioni molto vivaci. Al di là di
questo, però, nulla da dire: pronto e brillante sempre. Anche
alla voce consumi, nulla da rimproverare: con una guida attenta
(ma mai sacrificata!) sono riuscito molto spesso a percorre anche
730 km da una situazione di serbatoio tutto pieno fino al momento
dell'accensione della spia della riserva: dunque, 730 km con circa
30 litri di gasolio). Ma anche guidando molto allegramente, non mi
è mai riuscito di scendere sotto i 19 km/l. Passando a parlare
della trasmissione, il cambio (con i suoi rapporti ottimamente scalati) e
la frizione sono nel complesso molto ben accoppiati, ma può capitare
qualche volta di trovare gli innesti della seconda e della terza marcia
lievemente contrastati: comunque, mai nulla di drammatico. E, tra
l'altro, si tratta di un inconveniente quasi sempre risolvibile
con la semplice registrazione della corsa della frizione
(attraverso una ghiera che si trova in basso nel vano motore,
subito dietro i radiatori). Il volante, almeno nel caso di una
Multijet con pneumatici 165/65 su
cerchi da 14", dimostra sempre una prontezza e una precisione
più che adeguate alle prestazioni dell'auto ed è dotato di buone doti di progressività anche nella guida
autostradale. Intendiamoci: resta essenzialmente uno sterzo di
impostazione turistica, ma garantisce sempre una marcia sicura e
riposante. Sempre a proposito di sterzo, è da ricordare la
presenza della servoassistenza elettrica Dualdrive, tarabile su
due diversi livelli di assistenza: in modalità City
(ideale nella marcia cittadina a bassa velocità e in fase di
parcheggio), il volante lo si gira davvero anche solo sfiorandolo.
Nulla da rimproverare neanche all'impianto frenante, di tipo misto
(dischi autoventilanti all'avantreno e tamburi al retrotreno) e
assistito da EBD (ripartitore elettronico di frenata tra avantreno
e retrotreno) e da un moderno ABS del tipo a quattro canali e
quattro sensori: i freni resistono bene allo stress, il pedale
rimane sempre ben modulabile e gli spazi di frenata non
preoccupano neanche dopo frenate prolungate e ripetute. Insomma,
un impianto molto ben bilanciato. Capitolo sospensioni: assolutamente morbide e dal
temperamento turistico. Ma è lecito, per chi acquista una citycar
a 5 porte e tendente al monovolume, attendersi un assetto piatto?
Io non credo. Dunque, nessuna lamentela: tutto sommato,
l'assetto di questa Panda asseconda alla perfezione l'indole di grande stradista
che è tipica anche di tutto il resto dell'auto, la quale - a dispetto delle
sue piccole dimensioni - è una autentica mangiachilometri. In
ogni caso, è bene sottolineare come, pur
con un rollio piuttosto accentuato, la Panda con ruote da 14"
resta sempre sicurissima e perfettamente prevedibile in tutte le
sue reazioni. Insomma, è un'auto che non ti tradisce mai e che ti fa sempre capire
con largo anticipo quando è arrivato il momento di alzare il piede
destro. In estrema sintesi: tenuta di
strada molto buona e stabilità che comunque, pur non essendo da record mondiale
per via del baricentro alto, non diventa mai critica. Sul piano del confort, è
bene ricordarsi che la Panda ha un passo (cioè la distanza tra i
due assali) molto corto. Ciò rappresenta senz'altro un grande
vantaggio in termini di agilità di inserimento in curva (che
infatti la Panda dimostra di avere!), ma certamente non agevola
l'assorbimento della asperità stradali. In tutte le auto col passo corto,
infatti, non si può pretendere che sconnessioni e deformazioni del manto
stradale scorrano via senza che a bordo i passeggeri (soprattutto
quelli seduti dietro) se ne accorgano. Ciò nonostante, posso
garantire che non
ho mai sentito nessuno dei miei passeggeri lamentarsi: alla fine, anche dopo tanti chilometri, non si arriva certo
con la schiena a pezzi. Ancora una volta, non si può dire altro:
questa Panda è davvero una eccezionale stradista. Se volessimo
provare ad individuarla con un aggettivo che ne colga l'anima
vera, ci troveremmo di fronte ad un compito assai difficile.
Infaticabile? Sì, perché in tutti questi suoi primi 220.000 km
non ha richiesto mai nessuna manutenzione straordinaria: solo i
periodici tagliandi ordinari e la sostituzione dei componenti
soggetti a normale usura. Inarrestabile? Sì, perché - pur avendo
due suole ruote motrici - affronta bene qualunque fondo stradale:
che sia sterrato, che sia innevato, che sia sconnesso... Questa
Panda, anche grazie alla sua leggerezza e alla sua altezza dal
suolo, si è dimostrata sempre capace di arrampicarsi quasi
dappertutto, sfidando allegramente (senza catene e senza neanche
pneumatici invernali) pure l'inverno innevato delle strade d'alta
quota dell'Etna e quello altrettanto innevato di passi montani
altoatesini come il Passo Sella o il Passo Pordoi. Con la giusta
cautela imposta dal buon senso, è un'auto che riesce a cavarti
d'impaccio anche quando meno te lo aspetti. E se questa è
l'esperienza vissuta con una Panda dotata di due sole ruote
motrici, non oso immaginare dove siano in grado di arrivare una
Panda 4x4 o una Panda Cross.
Oggi
la ricomprerei?
Senza
alcun dubbio: la ricomprerei a occhi chiusi. In 220.000 km ho potuto apprezzare
la migliore dote di questa piccola auto: l'eccellente equilibrio. Se la Panda
1.3 Multijet 16v fosse un veicolo industriale, apparterrebbe indubbiamente
al segmento dei cosiddetti "multiruolo" (i camion che
pur essendo nati per la distribuzione regionale, non disdegnano
neanche le lunghe percorrenze nazionali e internazionali). Sì, la
Panda Multijet è sul serio un'auto multiruolo: pensata
soprattutto per rendere più semplice la vita nelle grandi aree
urbane e metropolitane, sa farsi valere e rispettare anche quando bisogna
mettersi in autostrada e macinare tantissimi chilometri. Ha anche due
altre grandi doti. Una la accennavo prima, cioè la robustezza
della componentistica esterna e interna e degli assemblaggi: chi
oggi sale sulla mia Panda ha la sensazione di trovarsi su un'auto
con non più di 20 o 30 mila chilometri. La seconda è la grande
affidabilità: come già ho scritto, questa Panda - in tutta la
sua vita - è entrata in
officina solo in occasione dei tagliandi previsti dal piano di
manutenzione periodica della Casa. Ad oggi, al di là della
piccola manutenzione ordinaria (olii, filtri, pastiglie freno, ecc.), gli
unici pezzi cambiati sono stati i dischi freno anteriori e gli
ammortizzatori posteriori a 120.000 km, i tamburi dei freni
posteriori e la frizione a 160.000 km, gli ammortizzatori
anteriori a 200.000 km. Nient'altro. Sì, la ricomprerei... Ma, in
realtà, questa è una affermazione più teorica che pratica,
perché la mia Multijet mi ha soddisfatto a tal punto che oggi non
riesco proprio a immaginare di darla via per prendere un'altra
citycar, fosse anche un'altra Panda della stessa generazione o di
quella successiva. La nostra avventura insieme continua e tanti altri viaggi
ci aspettano ancora. E' proprio il caso di dire: Panda, se non ci
fosse bisognerebbe inventarla!
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