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Lavoriamo la
testata. Quando
parliamo di lavorazione della testata, usiamo un'espressione
abbastanza generica che in realtà può riferirsi a svariate
tipologie di interventi. Il lavoro può ridursi ad una semplice
lavorazione di "pulitura" e raccordatura dei condotti fino
ad arrivare ad un intervento estremo, che può richiedere la
sostituzione delle sedi, delle guide, delle valvole e, inoltre, uno
stravolgimento della geometria e volumetria dei condotti, operazione
che necessita di svariati giorni di lavoro, compiuto con una
pazienza certosina ed impiegando strumenti anche abbastanza costosi.
Prendiamo,
per esempio, una lavorazione relativamente conservativa, ovvero
effettuata lasciando sedi e guidavalvole originali. In questo caso,
il primo intervento da eseguire in rettifica è quello di asportare
materiale nella parte superiore delle sedi in acciaio, in modo da
guadagnare circa un millimetro sul diametro del condotto in
prossimità del punto di massimo restringimento a ridosso della
sede; in questo modo, si incrementa la portata di miscela
aria-benzina nel cilindro, facilitando allo stesso tempo
l'evacuazione dei gas combusti. Fatto ciò, si dovrà procedere
alla lavorazione dei condotti stessi, cercando di aumentare la
portata senza penalizzare la velocità del flusso, per poi
effettuare una finitura adatta alle esigenze specifiche
dell'aspirazione e scarico. Ormai,
tra i preparatori che effettivamente sanno cosa vuol dire elaborare
una testata, vi è uniformità di pensiero in termini di finitura
dei condotti: per l'aspirazione si punta ad una rugosità
superficiale ottenuta mediante sabbiatura a grana media o per mezzo
di acidi specifici (anche se quest'ultima soluzione è la meno
utilizzata); per lo scarico, così come per la camera di
combustione, si preferisce invece una lucidatura a specchio. La
lavorazione dei condotti necessita di molta precisione in fase di
realizzazione, poiché questi devono essere perfettamente identici
tra loro per garantire un rendimento ottimale del propulsore; ciò
può richiedere svariate giornate di lavoro, in quanto bisogna
prestare la massima cautela per non danneggiare le guide e le sedi e
per non finire in uno dei passaggi dell'olio o dell'acqua (rischio
abbastanza remoto quando si tratta di effettuare un lavoro non
estremo). Successivamente,
si dovrà passare alla lavorazione delle valvole (con la
riprofilatura del fungo per adeguare la portata del condotto alle
varie alzate), alla finitura e all'ottimizzazione della camera di
scoppio (eliminando gli spigoli vivi responsabili di indesiderati
fenomeni di detonazione) e alla raccordatura di eventuali scalini a
valle delle valvole (in grado di opporre resistenza al libero fluire
dei gas da e verso le luci). La
testata dovrà essere portata nuovamente in rettifica per il
rifacimento del piano, al fine di garantire una perfetta tenuta e di
incrementare il valore geometrico del rapporto di compressione,
oltre che per ridurre l'altezza di squish, beneficiando al massimo
di questo effetto. Apriamo
a questo punto due brevi parentesi, relative al rapporto di
compressione e, soprattutto, al cosiddetto "squish".
Il rapporto di compressione.
Per
rapporto di compressione, innanzitutto, intendiamo il rapporto
tra il volume totale del cilindro (cioè cilindrata + camera di
combustione) quando il pistone è al punto morto inferiore dopo la
fase di aspirazione e il volume che rimane nel cilindro quando il
pistone è al punto morto superiore dopo la compressione (cioè il
volume della sola camera di combustione). L'aumento del
rapporto di compressione è un intervento volto ad ottimizzare il
rendimento termico di un propulsore e, di conseguenza, la sua resa
complessiva. Il rendimento termico è determinato dal rapporto tra
la quantità di calore trasformata in lavoro utile e il calore
generato dalla combustione. Un motore caratterizzato da un elevato
valore del rapporto di compressione ha un rendimento termico
migliore: per questa ragione i motori diesel sono più efficienti,
sotto questo punto di vista, rispetto a quelli alimentati a benzina,
in quanto il rapporto di compressione geometrico di un diesel, in
linea di massima, è doppio rispetto a quello di un motore a
benzina. Incrementando il rapporto di compressione, esistono però
due limiti fondamentali, uno geometrico e uno funzionale. Il limite
geometrico incorre quando si impiegano alberi a camme caratterizzati
da fasature ad alzate estreme; questo limite obbliga i preparatori a
inventare curiose alchimie sul cielo dei pistoni per recuperare il
recuperabile (vedi innalzamento del primo segmento e realizzazione
di tasselli di rialzo tra le nicchie valvola) ed ottenere un elevato
rapporto di compressione evitando interferenze tra valvole e
pistone. Il limite funzionale, invece, è legato all'insorgere di
fenomeni di detonazione e calo di rendimento agli alti regimi; la
detonazione, ricordiamo, è un fenomeno di combustione anomala che
genera una vera e propria esplosione in camera di scoppio in grado
di danneggiare il cilindro, la testa, il pistone, la biella e le
bronzine. La miscela aria-benzina, infatti, invece di bruciare
lentamente dopo essere stata accesa dalla scintilla della candela,
tende ad esplodere per via dell'eccessiva pressione all'interno
della camera di scoppio, generando i danni appena menzionati.
Relativamente all'indurimento agli alti regimi di un motore
eccessivamente compresso, ciò consegue alla tipologia di alberi a
camme impiegati. Se infatti si aumenta considerevolmente il rapporto
di compressione in abbinamento all'uso di un albero a camme
caratterizzato da una fasatura stretta ed alzate contenute, si
ottiene un motore molto ricco di coppia ai bassi regimi e duro a
salire di giri. Questo fenomeno si spiega con la resistenza che ad
un determinato numero di giri lo stantuffo trova nel risalire al
punto morto superiore quando la carica di miscela aria-benzina non
è più sufficiente. In presenza di rapporti di compressione
elevati, dunque, è necessario aumentare la quantità di aria
benzina aspirata ed evacuare altrettanto efficacemente i gas
combusti: tutto ciò si ottiene con fasature più ampie, alzate più
pronunciate e maggiore incrocio delle camme.
Lo "squish".
Quando
poi parliamo di "squish", ci riferiamo ad un fenomeno
che si verifica nella corona circolare esterna della camera di
scoppio, dove i gas freschi, sotto l'azione di compressione dello
stantuffo, acquisiscono una certa turbolenza indirizzata verso la
parte centrale della camera di scoppio per prendere parte alla
combustione. L'ottimizzazione dello squish, derivante dalla migliore
conformazione della corona circolare della camera di scoppio grazie
allo studio degli effetti di determinate geometrie e della distanza
tra camera di scoppio e pistone quando quest'ultimo raggiunge il
punto morto superiore, consente di creare una turbolenza orientata
verso il centro della camera di combustione, permettendo uno
sfruttamento ottimale della miscela presente nel cilindro e
permettendo di raggiungere un rendimento termico più elevato,
riducendo al contempo il rischio di detonazione e diminuendo la
quantità di gas incombusti emessi in fase di scarico. Immaginiamo
la camera di combustione come un caminetto: al centro la legna arde
completamente, mentre man mano che ci si allontana dalla fiamma
principale non brucia più correttamente, fino ad arrivare al punto
che, all'esterno, non prende assolutamente parte alla combustione.
Nella camera di scoppio avviene una cosa simile e sfruttando lo
squish è come se con la paletta del nostro camino spostassimo la
legna non bruciata verso il centro della fiamma, dove avremo
sicurezza che bruci e scaldi la casa. Dello squish dobbiamo
analizzare tre grandezze fondamentali: la superficie di banda,
l'angolazione, l'altezza. La
superficie è quella zona, creata in fase di realizzazione
della testata, in cui l'effetto si verifica. Nei motori a 2 tempi,
la banda di squish ha forma toroidale, ovvero ha la forma di un
anello esterno con un'area compresa tra il 35 e il 50% della
superficie totale della testa; nei motori a 4 tempi, ciò non può
avvenire perché le valvole impediscono di realizzare una banda
ideale di forma toroidale e, in prossimità delle sedi valvola, si
hanno delle grosse restrizioni della superficie in questione.
L'angolazione
è, appunto, l'angolo che si forma tra il cielo del pistone e la
banda. Per evitare l'insorgere della detonazione, sarebbe logico
poter lavorare con un angolo positivo tra il margine esterno della
camera verso l'interno, in modo da convogliare la turbolenza verso
il centro della camera di scoppio. Nei 4 tempi, nella stragrande
maggioranza dei casi, abbiamo un perfetto parallelismo tra banda di
squish e pistone. Nei due tempi, dove questo fenomeno
viene sfruttato in modo più estremo, l'angolo può essere positivo
(aperto verso il centro della camera di scoppio); vi può essere
parallelismo tra banda e pistone o, addirittura, un angolo negativo:
le tre angolazioni vengono sfruttate, in base alla tipologia della
testata (emisferica o troncoconica), per ottimizzare l'erogazione ai
bassi e medi regimi (angolo di squish negativo, su moto da
fuoristrada) o per migliorare il rendimento agli alti regimi (angolo
di squish positivo, su moto da velocità). Per
lo sfruttamento ottimale del fenomeno di squish, però, è
fondamentale soprattutto l'altezza. Con questo termine si indica la
distanza al punto morto superiore tra il pistone e la banda di
squish e si misura inserendo una barretta di stagno all'interno
della camera di scoppio facendo compiere un paio di giri del motore
a mano. I maggiori benefici si possono ottenere, sui motori più
diffusi sia a 2 che a 4 tempi, con altezze comprese tra 1 e 2 mm,
fino ad arrivare a limiti estremi di 35/100 mm, a seconda della
corsa del motore. Più si riduce l'altezza di squish, più si
incrementa la turbolenza in quella zona e, ovviamente, più si
riesce a sfruttare questo effetto per ottimizzare la combustione; ma
c'è un però. Con un'altezza troppo ridotta, si può
paradossalmente rischiare di incorre in fenomeni di autoaccensione
e/o detonazione per via delle fortissime pressioni che si generano
in quella determinata zona. Per lavorare con altezze minime è
indispensabile disporre di benzine ad alto potere antidetonante,
ovvero caratterizzate da un numero d'ottano estremamente elevato così
come avviene quando si incrementa il rapporto di compressione o
quando si innalza la pressione di sovralimentazione.
Sedi valvola, rimontaggio, messa in fase.
Anche
le sedi valvola dovranno essere riviste, sia per ottenere una tenuta
ottimale che, eventualmente, per migliorare la portata del condotto
attraverso una riprofilatura dell'ultimo tratto. In
fase di rimontaggio, si dovranno necessariamente impiegare una serie
di guarnizioni, gommini di tenuta e bulloni della testata nuovi, per
avere la certezza che, una volta rimontato il tutto, non si
manifestino problemi di tenuta: un costo non indifferente, ma anche
un'ottima assicurazione contro un indesiderato nuovo smontaggio del
motore causato da un trafilaggio. Un
abbassamento consistente del piano può determinare un ritardo nella
distribuzione rispetto ai riferimenti di fasatura di serie presenti
su motore e pulegge: non è raro trovare 3° di ritardo della
distribuzione spianando circa 7/10 di mm della testata. Per ovviare
a questo problema, è necessario effettuare la messa in fase con
goniometro e comparatore, per evitare di montare erroneamente
l'albero a camme.
Incrementi di potenza e affidabilità.
E'
ovvio che l'elaborazione di una testata realizzata in questo modo
comporta una spesa eccessiva, ma l'incremento in termini di potenza
e qualità dell'erogazione ottenibile è tale, sia su un motore
aspirato che su uno sovralimentato, da essere pienamente
giustificata, soprattutto su unità di grande serie con scarse
velleità sportive. Un lavoro ben fatto su un propulsore 16 valvole
può portare ad aumenti variabili da 1,5 a 4 cavalli per cilindro
(escluso i vantaggi garantiti da un'eventuale incremento del
rapporto di compressione), a seconda dell'efficienza dei componenti
originali, della cilindrata e del tipo di elaborazione.
C'è
da sottolineare che, per via della necessità di ridurre le
emissioni inquinanti (sia gassose che sonore), le testate dei motori
attuali sono penalizzate in termini di portata effettiva e le
elaborazioni sono sempre più in grado di garantire incrementi
consistenti. Numerosi
preparatori, su questo tipo di interventi, fanno un forfait sul
prezzo, in quanto, applicando una tariffa oraria, nessuno
accetterebbe mai un preventivo per ottimizzare la testata del
proprio motore. I risultati saranno comunque molto interessanti,
soprattutto montando alberi a camme con un profilo più spinto
dell'originale, montando un impianto di scarico caratterizzato da
una minore contropressione rispetto a quello di serie e procedendo
ad una corretta riprogrammazione della centralina elettronica, sia
in base alle nuove esigenze respiratorie del motore (variazioni sui
tempi di iniezione) che all'eventuale incremento del rapporto di
compressione (anticipo di accensione). Le
lavorazioni più estreme, basate sul montaggio di valvole di
maggiore diametro in abbinamento a nuove sedi e guide, possono
richiedere spese decisamente più elevate sia in termini di
lavorazione manuale che in sede di rettifica. Riguardo
all'affidabilità del propulsore dopo una elaborazione standard
(ovvero lasciando valvole, sedi e guide originali e senza esagerare
con l'aumento del rapporto di compressione), non si dovrebbero
correre rischi particolari, a patto che i guidavalvole non siano
stati accorciati troppo (altrimenti si potrebbe verificare un
eccessivo consumo d'olio in un lasso di tempo relativamente breve),
che le valvole non siano state esageratamente sfinate e che il punto
di contatto tra sede e valvola non sia stato ridotto ai minimi
termini (in caso contrario, si manifesterà un rapido calo di
rendimento del motore dovuto alla perdita di tenuta
dell'accoppiamento valvole-sedi). Effettuando
lavori di maggiore entità, il rischio è di trovarsi con una sede
che "cade" nel cilindro o con delle porosità che si
aprono nei condotti, facendo trafilare acqua e/o olio: per questa
ragione è sempre meglio rivolgersi ad un preparatore che conosca
bene la testata su cui andrà ad operare, affidare i restanti lavori
ad un'officina di rettifica ben attrezzata e gestita da persone
competenti e, come accennato, riprogrammare la centralina in modo
corretto; inoltre, è necessario tenere bene in considerazione le
mutate caratteristiche respiratorie del motore, soprattutto se è
stato incrementato il rapporto di compressione in modo consistente;
infine, sarà bene evitare di eccedere con i valori di anticipo, se
non ci si vuole ritrovare con un pistone in meno.
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