T e C N i C a  

  r e t r o t r e n o   a   p o n t e   d e   d i o n

 

 

Per "ponte De Dion" si intende un particolare schema di retrotreno, il quale ha trovato applicazione sulla maggior parte delle Alfa Romeo a trazione posteriore degli anni Settanta e Ottanta. Più precisamente, le Alfa che hanno adottato tale schema sono state (in ordine cronologico) l'Alfetta, l'Alfetta GT/GTV, la nuova Giulietta, l'Alfa 6, l'Alfa 75, l'Alfa 90, l'SZ/RZ. Proviamo adesso a capire meglio di cosa si tratti. Possiamo iniziare col dire che due sono gli schemi fondamentali di retrotreno possibili: il retrotreno a ponte rigido e il retrotreno a ruote indipendenti. Il retrotreno a ponte rigido è caratterizzato dal collegamento rigido delle due ruote. Nell'ipotesi di una trazione posteriore, il ponte comprende la scatola del differenziale che contiene pure i semiassi alle cui estremità laterali sono fissati i mozzi delle ruote. Nel caso delle trazioni anteriori, il ponte rigido viene più correttamente definito "assale rigido" e collega le ruote per mezzo di un elemento metallico che può essere rappresentato anche da un semplicissimo tubo (come nel caso delle prime Fiat Panda). I vantaggi del ponte rigido sono fondamentalmente due, uno di ordine economico (è molto semplice e quindi è poco costoso) e uno di ordine tecnico (il ponte rigido mantiene le ruote sempre perpendicolari al terreno non permettendo variazioni di campanatura, di carreggiata e di passo durante le oscillazioni e mettendo così il pneumatico in condizione di lavorare sempre in modo ottimale). Però, nel caso delle trazioni posteriori, c'è anche uno svantaggio non indifferente e cioè quello della notevole rilevanza delle masse non sospese, fattore che può creare problemi di aderenza: le masse sospese sono le masse che gravano sugli elementi elastici delle sospensioni; le masse non sospese, invece, sono quelle che si trovano tra gli elementi elastici e il terreno (pneumatici, cerchi, mozzi, freni, semiassi, molle e parte degli ammortizzatori) e si cerca sempre di ridurle il più possibile in quanto sono le masse con un più alto valore di oscillazione. Da parte sua, proprio il retrotreno a ruote indipendenti ha il principale vantaggio di ridurre al minimo le masse non sospese. Ebbene, senza dubbio il retrotreno a ponte De Dion rappresenta una vera e propria sintesi tra i due tipi principali di retrotreno, quello a ruote indipendenti e quello a ponte rigido (anche se, in realtà, il De Dion dovrebbe rientrare nel secondo tipo, quello a ponte rigido). Infatti, il ponte De Dion permette di unire i vantaggi del retrotreno a ponte rigido ai vantaggi tipici del retrotreno a ruote indipendenti: ciò in quanto nel caso del ponte De Dion il differenziale è ancorato alla scocca e quindi non oscilla insieme al ponte stesso. Nello schema a ponte De Dion adottato dall'Alfa Romeo, inoltre, esso venne utilizzato in combinazione con un'altra importante soluzione, il parallelogramma di Watt, avente la funzione, ruotando sul proprio asse, di "guidare" il ponte De Dion nelle sue oscillazioni verticali facendo in modo che esse si mantengano sempre sullo stesso piano orizzontale. Ecco qui quattro immagini che renderanno più chiaro il tutto.

 

Immagine 1 - Autotelaio "Tipo 116" (adottato per la prima volta sull'Alfetta): è visibile lo schema Transaxle (motore anteriore; cambio, frizione e differenziale in blocco al retrotreno) e il ponte De Dion.

 

 

Immagine 2 - Ponte De Dion: è visibile il ponte De Dion visto dall'alto e, nella parte bassa dell'immagine, gli organi del parallelogramma di Watt.

 

 

Immagine 3 - Parallelogramma di Watt: è visibile il parallelogramma di Watt in fase di riposo.

 

 

Immagine 4 - Parallelogramma di Watt: è visibile il parallelogramma di Watt in fase di lavoro.

 

 

Proprio queste soluzioni consentivano alle trazioni posteriori Alfa Romeo una notevolissima stabilità e un grande equilibrio complessivo, anche su fondi con aderenza medio-bassa (per esempio, sul bagnato): una caratteristica, questa, completamente sconosciuta a tutte le altre trazioni posteriori antecedenti all'impiego massiccio dei controlli elettronici. Per chiudere, qualche fotografia con il ponte De Dion e il parallelogramma di Watt in evidenza.

 

 

 

 

 

ottobre 2002

 

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